L'inno ebbe uno straordinario successo: "Due inni soprattutto
fanno pulsare più forte il sangue nelle vene: la Leggenda
del Piave, che mai avrebbe raggiunto l'odierna immensa popolarità
se il fascismo non l'avesse valorizzata, e l'inno Giovinezza,
al cui suono il bel cielo di Napoli si popolò di selve
di gagliardetti" (L. Carrara, raccolta di canti fascisti,
Pisa, 1923). Il successo coincise col riciclaggio. Già
ne cantavano una versione con altre parole i legionari di Zara:
"La Cortellazzo muove dritta verso la riviera - con un ardore
d'anima
guerriera. - Gli Arditi tutti cantano la giovinezza in coro -
al vento di levante tinto d'oro. - ode la gente il canto dei fratelli
- saluta gli argonauti novelli - che levano il pugnale con vigore
- offrendo a Zara l'impeto ed il cuore. Cantano forte le canzoni
altère - e balzan dalla nave - l'eroiche fiamme nere".
Il Piave mormorava lento e placido al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio.
L'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera.
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava e andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde;
era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: "non passa lo straniero."
Ma in una notte trista si parlò di tradimento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento
ahi quanta gente ha vista venir giù lasciare il tetto
per l'onta consumata a Caporetto
profughi ovunque dai lontani monti
scendevano a gremir tutti i tuoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio dell'onde,
come un singhiozzo in quell'autunno nero,
il Piave mormorò: "ritorna lo straniero!"
E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame
sfogare volea tutte le sue brame
Vedeva il piano aprico di lassù e voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora.
"Ah, no!" disse il Piave. "Ah, no!" dissero
i fanti!
Mai più il nemico faccia un passo avanti.
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e con i fanti combattevan le onde
rosse del sangue del nemico altero.
Il piave comandò: "indietro va straniero!"
E indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
e la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico, fra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti.
Infranse alfin l'italico valore
le forche e l'armi dell'impiccatore,
Sicure l'alpi, libere le sponde
è sacro il Piave, si placaron l'onde.
sul patrio suol
la pace non trovò nè oppressi nè stranieri.