E' una delle tre canzoni che gli anarchici dedicarono a
Sante Caserio. Esse costituiscono un omaggio al giovane fornaio
nato a Motta Visconti nel 1873, ghigliottinato a Lione nel 1894
per aver attentato, con successo alla vita del presidente della
repubblica francese Sadi Carnot. E' stata scritta forse nel 1894.
Il gesto, la giovane età del protagonista, il suo atteggiamento
fermo e coraggioso nel corso del processo, contribuirono a far
entrare stabilmente Sante Caserio nel mondo del canto popolare.
Le parole sono di tale Pietro Cini, la musica è tipica
da cantastorie, passata alla tradizione come "l'aria di Caserio",
canzone raccolta più volte in tutta l'Italia centro-settentrionale
Il sedici di agosto, sul far della mattina,
il boia avea disposto l'orrenda ghigliottina,
mentre Caserio dormiva ancor
senza pensare al triste orror.
Entran nella prigione direttore e prefetto,
con voce di emozione svegliorno il giovinetto;
disse svegliandosi: "Che cosa c'è?"
"E. giunta l'ora, alzatevi in piè."
Udita la notizia, si cambiò nell'istante,
veduta la giustizia, stupì tutto tremante;
Gli chieser: "Prima di andare a morir,
dite se avete nulla da dir."
Così disse al prefetto: "Allor ch'io morto sia,
prego, questo biglietto date alla madre mia;
posso fidarmi che lei lo avrà?
mi raccomando per carità.
Altro non ho da dire: schiudetemi le porte,
finito è il mio soffrire, via datemi la morte;
e tu, mia madre, dai fine al duol
e datti pace del tuo figliuol."
Poi con precauzione dal boia fu legato
e in piazza di Lione fu quindi trasportato
e spinto a forza il capo entrò
nella mannaia che lo troncò.
Spettacolo di gioia la Francia manifesta
gridando: "Evviva il boia che gli tagliò la testa!"
Gente tiranna e senza cuor
che sprezza e ride l'altrui dolor.
Allor che n'ebbe avviso l'amata genitrice,
le lacrime nel viso scorreano all'infelice;
era contenta la madre almen
pria di morire stringerlo al sen.
L'orribile dolore le fè bagnare il ciglio
pensar solo al terrore che li piombò nel figlio:
misera madre, quanto soffrì
quando tal nuova del figlio udì.
"Io pregherò l'Eterno, o figlio sventurato,
che dal tremendo averno ti faccia liberato;
così, pregando con forte zel,
l'alma divisa ritorni in ciel!"