Il ritorno dell’Europa dell’Est alla democrazia e al mercato, la fine della guerra fredda e di un sistema bipolare, l'unificazione della Germania, sono tutti eventi che hanno alimentato le speranze di un'epoca di pace e di prosperità, peraltro ben presto smentite dalla crisi del Golfo; una crisi che manifestò una pericolosa condizione di ebollizione che continua ancora oggi a caratterizzare il Medio Oriente. Il problema palestinese, profondi turbamenti so ciali, rivolte di fanatici, spinte antioccidentali, crisi di regimi moderati facevano intravedere il rischio di nuovi conflitti. Dall’Oceano Indiano all’Atlantico, si stava accumulando un mix esplosivo di rancori, di invidie, di risentimenti e di rivendicazioni nei confronti non solo degli Stati Uniti, ma anche dell’Europa e ormai perfino dell’Unione Sovietica. Con gli integralisti islamici che soffiavano sul fuoco e le difficoltà economiche che premevano, questo mix rischiava di trasformarsi nel pri mo vero scontro Nord-Sud.
Dopo la caduta del muro di Berlino, il cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, Helmut Kohl, aveva avanzato un progetto di riunificazione delle due Germanie. La questione era spinosa perché comportava una serie di problemi di carattere internazionale, tra cui quello delle alleanze militari (Nato o Patto di Varsavia). Eppure le tappe della riunificazione sono state bruciate, in meno di un anno. Infatti il 3 ottobre del 1990 nasce ufficialmente la nuova Germania unita. I rappre sentanti della Comunità europea a Bruxelles definiscono l’unificazione "una pietra miliare sulla via della costruzione di un nuovo quadro di cooperazione e di stabilità sul nostro continente"
Il 2 agosto del 1990 le truppe del dittatore iracheno Saddam Hussein invadono il Kwait, ricchissimo di giacimenti petroliferi; pochi giorni dopo Saddam Hussein dichiara ufficialmente l’annessione "definitiva ed eterna" del piccolo emirato. Sul piano del diritto è la prima annessione di uno Stato sovrano e riconosciuto dall’ONU dallo scoppio della II guerra mondiale. Il 9 settembre a Helsinki avvenne l’incontro tra Bush e Gorbaciov, uniti nell’accordo di intimare a Saddam di ritirarsi dal paese occupato e di liberare gli ostaggi; il leader sovietico batteva sul tasto della soluzione politica, mentre Bush si mostrava non alieno dall’uso della forza. Questa fu la scelta che prevalse dando luogo alla "guerra del golfo" che rese l’indipendenza al kuwait e finì con la sconfitta dell’Iraq e il blcco alle sue importazioni.
Per l’Italia gli anni ’90 rappresentarono l’aggravarsi dei fattori di crisi, sia sul terreno dell’economia (aumento del deficit pubblico, rallentamento della produzione, svalutazione della lira), sia su quello della convivenza civile (ripresa dell’offensiva mafiosa, dilagare della corruzione). Sul piano politico, le maggiori novità furono la trasformazione del Pci in Partito democratico della sinistra e l’emergere di nuovi movimenti ostili al sistema dei partiti (Verdi, Leghe, Rete ).
Inoltre un gravissimo scandalo stava coinvolgendo un numero crescente di uomini politici accusati di aver preteso e ottenuto tangenti per la concessione di appalti pubblici. L’inchiesta avviata dalla magistratura, svelava un diffusissimo sistema di finanziamento illegale dei partiti e di autofinanziamento dei politici (denominato "Tangentopoli"), sostenuto dalla complicità di società e imprenditori privati.
Nel linguaggio corrente è ormai consuetudine indicare con l’espressione "seconda repubblica" il nuovo assetto politico determinatosi in Italia negli anni 1992-94. Con le elezioni dell’aprile 1992 si segnava la sconfitta delle forze tradizionali. Il governo presieduto da Giuliano Amato ottenne alcuni successi nell’affrontare l’emergenza economica e quella dell’ordine pubblico.
Il referendum dell’aprile 1993 imponeva il passaggio al sistema maggioritario uninominale. Dopo le dimissioni di Amato il governo Ciampi affrontava la crisi economica, mentre le forze politiche si preparavano a un nuovo confronto elettorale. Le elezioni del marzo ’94, tenutesi col nuovo sistema maggioritario uninominale, hanno portato al governo una precaria maggioranza di centro-destra guidata dall’imprenditore Silvio Berlusconi. Costretto dopo solo sette mesi a dimettersi per i contrast i sopraggiunti all’interno della maggioranza, gli succedeva un ministero di tecnici presieduto da Lamberto Dini e sostenuto da uno schieramento di forze di centro-sinistra. Nuove elezioni anticipate (aprile ’96), vinte dalla coalizione di centro-sinistra, inauguravano una nuova fase di governo diretta dal leader dell’Ulivo romano Prodi.
Il governo di centro-sinistra affrontò il problema del deficit di bilancio riuscendo a ridurlo nel corso del 1997, e quindi a rientrare nei parametri indicati dal trattato di Maastricht per l’ingresso nell’Unione monetaria. Nel 1998 il governo Prodi cadde e fu sostituito da un nuovo centro-sinistra guidato da D’Alema.